Saranno dieci dei vostri anni che navigo in solitaria, nel buio, nel freddo sordo, senza aver mai sentito la musica delle sfere. Ma le ho viste danzare, e sfiorandole in levare, mi hanno fatto prillare e prendere slancio.
Mi chiamo Rosetta, vorrei credere di essere stata concepita in una notte di Luna Nuova. Come quelle sere di primavera durante le quali i ricercatori, dopo essersi attardati al lavoro, dilungandosi ancora nel parcheggio, si baloccavano in discussioni ellittiche.
Qualcuno fumava, le narici pizzicate dai pollini si arricciavano, avevano tutti voglia di bere e fantasticare, chi avrebbe voluto rincasare con un stellata così?
Allora devono avere pensato a me, lasciandomi poi scivolare via, oltre otto miliardi di chilometri, per non tornare. Ora riconosco 67P/Churyumov-Gerasimenko, il mio approdo di luce e ghiaccio. Quando lancerò la sonda, Phili, il mio pungiglione, si conficcherà sulla crosta rappresa della cometa. È mio destino finire eviscerata per arpionare questo lumino, che come un lapillo, fugge erratico lungo un’orbita eccentrica.
Ecco è andata. Per voi è solo brama di capire da dove veniate, per me è un acuto che tutto termina.
---///---///---
It must be ten of your years that I have sailed alone, in the dark, in the dull cold, without ever having heard the music of the spheres. But I have seen them dance, and touching them in levare, they made me twirl and gain momentum.
My name is Rosetta, I would like to believe that I was conceived on a New Moon night. Like those spring evenings during which Researchers, after delay at work, and still lingering in the car park, would engage in elliptical discussions.
Someone was smoking, nostrils tingled by the pollen curled up, everyone was eager to drink and revel in reverie, who would want to go home on a night with such a starry sky?
Then they must have thought of me, letting me slip away, over eight billion kilometres, never to return. Now I recognise 67P/Churyumov-Gerasimenko, my landfall of light and ice. When I launch the probe, Phili, my stinger, will pierce on the congealed crust of the comet. It is my destiny to end up eviscerated in order to harpoon this lumino, which, like a lapillus, flees erratically along an eccentric orbit.
There it goes. For you it is only a longing to understand where you come from, for me it is a sharp note that everything ends.